La storia di Mario Trudu nel libro “Cent’anni di memoria”.

Pubblicato il 30 novembre 2017 • Cultura

Arzana 30.11.17 - “Sono nato ad Arzana e sou fieru de essere alzanesu, così da ragazzo ho appreso un po’ di regole della mia terra. Penso che quelli nati in quel luogo, in quel periodo e galu prima (e ancora prima), siano essi uomini che donne, siano persone forti da superare qualsiasi disastrosa avversità. Io per mia disgrazia ho scontato quasi 40 anni di carcere, e credo che possiate immaginare quanto possano essere stati duri. C’è tutta la vita di un uomo, avvolta dalla malasorte, e per quanto riguarda il mio caso, avvolta dalla mala justithia. E se sono vivo, questo conferma che quelle regole, quei principi, rendevano le persone forti, persone che non sanno cosa vuol dire arrendersi e sono convinto che per la dignità dell’uomo sia tutto questo importante”.

Con queste parole, in uno degli ultimi suoi scritti si presenta Mario Trudu, che ad Arzana è nato nel 1950. Pastore, nel 1979 viene arrestato con l’accusa di sequestro di persona a scopo di estorsione. Condannato per un delitto del quale da sempre si dichiara innocente, durante una latitanza è responsabile del sequestro dell’ingegner Gazzotti. Condannato all’ergastolo, Mario Trudu entra nel trentottesimo anno di detenzione. Lo scorso anno, è stato trasferito in un carcere della sua terra, a Oristano, dove può ricevere la visita dei familiari.

Di quanto grave sia stato il suo reato Mario è consapevole, anche se ci tiene a sottolineare che il suo comportamento, per quanto sbagliato, sia stato reazione alla prima grande ingiustizia, la condanna per un sequestro cui non ha partecipato. Eppure, per il meccanismo che nasce dalle norme emergenziali introdotte dopo le stragi di mafia degli anni ’90, è “ostativo”, che significa che il suo è un fine pena mai, che lo esclude dall’applicazione dei benefici di legge (nessun permesso o semilibertà) perché non è stato collaboratore di giustizia.

Come si fa a sopravvivere a tanti anni di prigione? La risposta è nei suoi racconti, nei disegni che li accompagnano. Mario, che durante gli anni in cui si trovava nel carcere di Spoleto si è diplomato nell’Istituto d’arte, ha all’attivo due libri.

“Cent’anni di memoria, omaggio ai miei vecchi”, è il racconto della sua terra, del suo paese, negli anni che l’hanno visto bambino e poi adolescente. Un libro che molto racconta della terra nella quale è nato, il cui ricordo è rimasto intatto in lui. Un commovente dono alla sua gente, alla terra alla quale si sente ancora così fortemente legato.

A introdurre la serata sarà il sindaco di Arzana Marco Melis che ha accolto l’iniziativa dell’associazione Miele Amaro il Circolo dei Lettori. Francesca de Carolis, giornalista con Monica Murru, avvocato, racconteranno la storia di Mario in una serata condotta da Gerardo Ferrara, direttore artistico di“Buon compleanno Faber”. Sulle rotte di Fabrizio de André, seguirà un finale musicale, con Battista Dagnino (voce, chitarra, e armonica), Gerardo Ferrara (voce e percussioni) e Tonino Macis, chitarra e mandoloncello.

Comune di Arzana

Ufficio stampa